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![]() NAPOLEONICHE, GUERRE (1796-1815). Conflitti condotti dalla Francia postrivoluzionaria sotto la guida di Napoleone contro le altre potenze europee per l'egemonia mondiale. Sotto il Direttorio Napoleone dimostrò le sue straordinarie capacità militari nella prima campagna d'Italia, un fronte secondario divenuto poi decisivo per le sorti del conflitto contro la prima coalizione antifrancese. La successiva spedizione in Egitto, destinata a danneggiare gli inglesi nei loro commerci orientali, fu solo un successo parziale per Bonaparte che, vittorioso in terraferma, subì per mare, ad Abukir, una pesante sconfitta (1798). Divenuto console (novembre 1799), riuscì a capovolgere le sorti militari della guerra tra la Francia, vinta dagli austro-russi in Germania e in Italia nella primavera-estate 1799, e le potenze della seconda coalizione. Grazie ai successi conseguiti e alla ratifica delle paci di Lunéville (1801) e di Amiens (1802), poté proclamare l'impero. Dopo una breve tregua, fronteggiò gli eserciti della terza (1805-1806) e poi della quarta coalizione (1806-1807). A seguito di quest'ultimo conflitto si giunse, con la pace di Tilsit (1807), a una spartizione dell'Europa in due zone di influenza: la prima, controllata da Napoleone, comprendeva l'Europa occidentale, gran parte della Germania (Confederazione del Reno) e il Granducato di Varsavia; la seconda, che si estendeva nell'Europa orientale, sotto l'egemonia russa. Negli anni successivi Napoleone impresse un'accelerazione alle conquiste territoriali compromettendo l'intesa con la Russia fino a giungere alla rovinosa campagna del 1812 (Beresina, passaggio della). Costituitasi poi una nuova coalizione europea, Bonaparte fu vinto a Lipsia (1813), costretto ad abdicare e a ritirarsi sull'isola d'Elba (1814). Incapace di rassegnarsi, tentò l'avventura dei Cento giorni, ma, sconfitto a Waterloo, fu relegato dagli alleati nell'isola atlantica di Sant'Elena. |
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